Diario dalla Serbia – Day 1

Caro diario, siamo in Serbia e più precisamente ad Ivanjica (si pronuncia Ivaniza), un piccolo paese più o meno al centro di questo Stato. Siamo partite giovedì da Bologna e siamo arrivate a Nis, con un volo di un’ora e mezza che sembrava fosse durato 10 minuti per quanto abbiamo riso e ci siamo divertite. Un aeroplano praticamente tutto per noi, in cui abbiamo potuto fare anche un po’ più casino del consentito. Dicono che siamo partite per una tournée, che poi non abbiamo nemmeno noi capito bene cosa significhi: sappiamo che ci alleneremo e che giocheremo delle partite contro alcune squadre serbe e, già cariche di emozione, l’hostess del check-in ci ha trasmesso tutta l’ansia possibile: siete giocatrici di volley ? (.. “te pare noi, in quello sport minore”…), no di basket.”Ah…” – ci risponde sorridendo – “…il nostro sport nazionale”. Iniziamo bene. Ci aspettavamo di arrivare in una città tipo Las Vegas per quante luci si vedevano dall’aereo, ed invece Ivanjica è un paese che sa di legno e di camino acceso. Dopo l’arrivo a Nis, con un pulmino e la macchina di Goran, il nostro amico gigante buono, abbiamo fatto il lungo viaggio per arrivare qui dove siamo ora. Quasi 4 ore di strade in mezzo alla pianura, alla montagna e a qualche piccolo paese, durante le quali abbiamo cantato a squarciagola, abbiamo riso, poi di nuovo cantato, poi mangiato banane, e poi di nuovo riso, e poi di nuovo cantato. E poi alle 23.30 mangiato e finalmente dormito, in attesa del vero primo giorno, venerdì.
Oggi, cioè venerdì, ci siamo allenate di mattina e anche di pomeriggio. Il pomeriggio per la verità dovevamo giocare la prima partita ma la squadra locale ha quasi tutte le giocatrici ammalate. Cosi secondo allenamento, ma soprattutto sabato due partite. Ci aspettavamo e speravamo tutte di trovare la neve ed invece nel piccolo tragitto a piedi che separa il nostro hotel dal palazzetto la neve l’abbiamo vista solo ai lati della strada. Ma dopo una colazione che ci ha deluse (solo salato) e prima di andare ad allenarci, abbiamo fatto la nostra seconda colazione: biscotti e merendine con cui ci avevamo riempito le valigie e dobbiamo dire che queste sono state senz’altro fra le cose più utili da portare !! Dopo pranzo abbiamo fatto il secondo allenamento e con noi si sono allenate anche quatto ragazze serbe, in pratica le sopravvissute al virus influenzale che ha colpito le altre. Erano altissime e abbiamo sentito un po’ di timore a confrontarci con loro. In realtà erano sì brave ma pure un po’ “indormite”, per dirla alla anconetana, e alla fine la distanza fra noi e loro non si è vista. Però, sono state molto simpatiche con noi. Terminato l’allenamento hanno subito voluto fare una foto e la stessa sera sono venute nel nostro hotel per conoscerci e per insegnarci le parolacce in serbo (..e noi viceversa quelle in italiano). Forse ci aspettavamo di arrivare in un posto più vivo, ma ci ha sicuramente colpito la simpatia e la disponibilità delle persone che abbiamo incontrato e siamo felici e spensierate, senza pressioni dei nostri genitori. Ora Dobrovece (buonasera), che domani ci attende un’altra giornata senza pasta, senza bidet e con due partite..speriamo di non morire !!