Quando la storia si fermò ad Ancona. Miss Basketball, Tanya Pollard

L’etichetta addosso di “giocatrice straniera più forte che abbia mai calcato i parquet italiani di basket” non è certo da poco e descrive più di ogni altro titolo quello che anche i tifosi di Ancona hanno potuto ammirare sul finire degli anni ’80, nel pieno del boom della pallacanestro femminile dorica che per un decennio ha calcato i massimi palcoscenici cestisti nazionali. Latuanya (ma per tutti Tanya) Pollard ha entusiasmato durante il suo triennio di permanenza sotto il Conero estasiando il pubblico che assiepava il mitico PalaVeneto e contribuendo all’ascesa dell’allora Ancona Basket ai vertici del basket nazionale.

Tanya Pollard è figlia della terra del basket. Nasce a East Chicago nell’Indiana. Ci sono pagine che la descrivono sin da piccola tirare palle di stracci dentro un bidone della spazzatura, fino arrivare al canestro appeso ad un palo poco distante dalla sua casa in compagnia dei suoi sei fratelli e cinque sorelle. Entra in palestra e con l’High School alla Roosevelt HS in Indiana vince due tornei statali. Nella finale del 1977 segna 36 punti, in quella del 1979 ne realizza 21 . In quell’anno viene nominata Ms.Basketball, la più alta onoreficienza dello stato dell’Indiana riconosciuta ad atleti del Liceo. Il salto al college è alla Long Beach State University in California dove non mancano successi. 23.5 punti di media, si aggiudica il Wade Trophy (premio riservato alla miglior giocatrice a livello college) ed è tre volte All-American. I suoi 48 punti realizzati in un incontro risulta essere il primato che resiste ancora oggi nella storia dell’ateneo che ha ovviamente inserito LaTaunya nella propria hall of fame.  Arriva l’inevitabile chiamata della Nazionale. Il feeling con la maglia a stella e strisce è però tormentato. Nel 1980 è già nel giro del Team USA ma il boicottaggio americano alle Olimpiadi di Mosca, causa l’invasione sovietica dell’Afganistan, le toglie la soddisfazione di partecipare ai Giochi. Disputa il Mondiale del 1983 che si svolge in Brasile e in quella squadra c’è talento debordante. Janice Lawrence (quattro titoli italiani vinti dall’85 all’88 con Vicenza) Lynette Woodard (prima giocatrice a entrare negli Harlem Globtrotters, in Italia poi Campione d’Italia con Priolo nel’89), Pamela McGee (altra giocatrice vista in Italia a Palermo e Pistoia, mamma del centro dei Lakers Javale McGee), e Cheryl Miller, realizzatrice terribile (ne mise 105 al Liceo con Riverside Poly’s) che riuscì a mettere in secondo piano perfino il fratello Reggie, superstar dei Pacers in quei anni. Una super squadra, ma nonostante l’alto livello di quella squadra gli Usa persero in finale contro l’Urss della gigante Semionova. Finale a San Paolo il 6 agosto, con canestro decisivo di Elena Chausova (miglior realizzatrice della sfida che valse l’oro con 24 punti) a 6″ dalla fine. Pollard chiuse quel buon Mondiale con 12 punti di media (9 realizzati nella finale contro le sovietiche) ma non venne convocata per le Olimpiadi di Los Angeles dell’anno dopo dove Team Usa riuscì a vincere l’Oro. Complessivamente, oltre a quell’argento nel ’83, con la canotta della Nazionale Tanya Pollard vince l’oro ai Giochi Panamericani dello stesso anno e prima l’argento alle Universiadi del 1981. Forse un pò poco dato il grande talento della giocatrice e il tradizionale livello delle nazionali statunitensi.
Tanya Pollard arriva in Italia nell’estate del 1983 proprio dopo i Mondiali in Brasile ed essere stata nominata USA Basketball Athlete of the Year. In Italia da due anni che c’è la possibilità di tesserare atlete straniere dopo l’apertura delle frontiere. A beneficiare del talento della guardia dell’Indiana è Trieste del DS Fulvio Volsi e del coach Miro Turcinovich. Una grande stagione per la Gefidi neopromossa in A1 con tanto di qualificazione ai playoff, vittoria al primo turno contro la Pepper Spinea e stop in semifinale scudetto contro la GBC Milano poi sconfitta in finale scudetto dalla Zolu Vicenza di coach Galli che l’anno successivo sarà l’allenatore ad Ancona neopromossa in A1. A Trieste è nato il mito-Pollard. Nella stagione 84/85 viene introdotto il tiro da tre punti e Tanya è semplicemente devastante da oltre l’arco. 39.5 punti di media con un high di 57 in una gara. Le cronache del tempo parlano che durante le partite della squadra maschile, la Stefanel allenata da Mario De Sisti, dal pubblico deluso si sollevava spesso l’invito goliardico di far entrare proprio la stella di Turcinovich. In quel campionato Trieste arriva ancora ai playoff, e ancora in semifinale dopo aver eliminati ai quarti la Ginnastica Comense. Stavolta è la Bata Roma a impedire alle giuliane di arrivare in finale dopo la vittoria di un punto in gara-3. Pollard segna a valanga ma è delusa e torna negli Usa. Passano addirittura due anni, nel frattempo Tanya è di nuovo nella sua Long Beach State all’interno dei quadri tecnici. Ma dagli States riecco Tanya in Italia al Lanerossi Schio, chiamata per sostituire l’ungherese Agnes  Nemeth infortunata.  Sono trascorsi due anni ma Tanya non ha perso il vizio di segnare. In Veneto tiene una media di 48 punti a partita, ne mette 72 contro S.S.Giovanni in una partita che decisiva ai fini della salvezza. Il Geas vince di un punto (101-100) nonostante la prova della sua stella americana e Schio dovrà tornare in A2. In quel campionato, con la retrocessione ormai matematica, Pollard realizza 99 punti nella vittoria interna contro Gragnano, altra squadra finita poi in A2. E’ il 29 marzo 1987, una giornata che nasce sotto un basso profilo perchè in campo ci sono le due squadre già condannate alla retrocessione. Per Schio è anche l’ultima partita alla Palestra “Lanzi” prima i traslocare al PalaRomare, teatro poi degli innumerevoli successi delle orange venete. Pollard in quella partita è una furia. «Qualcuno la criticò perchè c’era la sensazione che avesse cercato un personale eclatante per quella partita” disse il suo coach di allora Loris Gorlin – Tanya era una grande professionista dall’immenso talento e non è vero che in quella partita giocammo solo per lei: la squadra segnò 130 punti, lei realizzò con percentuali mostruose.” Tabellino alla fine impressionante fatto di 99 punti, 23 canestri da due, 11 da tre e 20 tiri liberi. «Mancavano 4′ durante un time-out – ricorda Gorlin – qualcuno la avvertì che aveva superato il record precedente di Valerie Still. Da quel momento iniziò a forzare». Negli ultimi minuti Tanya, col risultato già in tasca, cerca troppi tiri da tre per aumentare il bottino: «Lì svani la possibilità di fare cifra tonda e anche oltre, probabilmente sarebbe riuscita a superare i 100», chiude Gorlin. Tanya Pollard da quella giornata di inizio primavera divenne però Miss 99 punti.
Nella stagione 87/88 Tanya Pollard arriva ad Ancona attratta dalle ambizioni dello sponsor Sidis e dai primi tre anni di Serie A1 con altrettante qualificazioni ai playoff (sempre fuori ai quarti contro Milano nel 84/85, Geas nel 85/86 e Cesena nel 86/87). La firma del contratto che lega Pollard al capoluogo dorico sa di impresa come racconta Giovanni Lucchesi all’epoca assistente allenatore di Gianni Zappi sulla panchina dorica: “L’appuntamento per la firma era a Schio – dice l’attuale Responsabile del Settore Squadre Nazionali Giovanile Femminile in una sua recente pubblicazione – con lei e Federico Buffa il suo agente di allora. Ma la macchina di coach Zappi si ferma in autostrada e l’appuntamento rischia di saltare. Da bravo assistente vado con la mia macchina a recuperare il capo allenatore e insieme ci si avvia verso il Veneto seppur in ritardo clamoroso. La diplomazia di Zappi e gli argomenti convincenti dello sponsor permettono la conclusione positiva dell’affare.” La squadra biancorossa proseguì la propria importante campagna acquisti con gli arrivi di Melon, Passaro, Costalunga e dell’USA Cindy Brown. Altro prodotto di Long Beach State University, Brown è stata allenata proprio dalla Pollard durante la parentesi sabbatica tra Trieste e Schio, Proprio ad Ancona mosse i primi passi di una carriera impreziosita dall’Oro Olimpico di Seul ’88 e dal Mondiale ’86 e chiusa nella WNBA a Dallas e Utah dopo le esperienze in Giappone, a Faenza e in Israele. Sulla carta il quintetto di Zappi è giustamente da primi posti, ma già dalla preparazione ci sono problemi. Durante il ritiro di L’Aquila un consulto, reso necessario da qualche disturbo di carattere fisico, riscontra la gravidanza per la giocatrice. Un duro colpo per la squadra che affronterà una stagione difficile con i playoff acciuffati per un pelo con il 5°posto nella regular season convivendo con le lune di Brown, Ai quarti di finale la Sidis viene eliminata dalla Primigi Vicenza in tre partite, venete che poi vinceranno lo scudetto in finale contro Milano. La stagione si conclude con il ritorno in campo di Pollard che forma in una partita una coppia di grande fascino con Debra Rodman, sorella dell’asso dei Bulls dell’era Jordan, celebre sia per gli eccellenti trascorsi collegiali oltre che per l’abilità ad usare il fucile a difesa della sua famiglia nella parte più malfamata di Dallas. Fresca di maternità dopo la nascita della bella Chiara, Tanya segna 17 punti senza praticamente un allenamento nelle gambe. Il tempo per rimettersi in sesto e Pollard è di nuovo pronta per la stagione successiva (88/89) dove la stella americana della Sidis tiene una media di 34 punti a partita. L’Ancona Basket chiude al 5°posto la sua regular season, al primo turno dei playoff c’è nientemeno la Primigi Vicenza reduce dalla sconfitta di Firenze nella Finale della Coppa dei Campioni contro Tuzla.  Una serie molto intensa tra due delle migliori squadre del campionato. Si va alla decisiva gara 3 giocata in un PalaVeneto stracolmo di gente e di tifo. La Sidis vince con un canestro di Stefania Passaro e vola in semifinale dove ad attenderla c’era Milano dell’ex  Rossi e di Zanotti e Gillom che anni dopo sbarcheranno nel capoluogo marchigiano. Ancona vince gara-1 fuori casa 86-84, con lo stesso scarto Milano passa al PalaVeneto (72-70) e poi c’è la beffa per la squadra di Zappi nella decisiva gara-3 con vittoria di un punto per le milanesi (63-62, con dubbia infrazione di passi fischiata proprio alla Pollard a 2” dalla fine) che poi perderanno la finale scudetto contro Priolo Per Pollard una semifinale condizionata da un ginocchio che non le permette di esprimersi ai suoi livelli. Forse con una vera Tanya in campo le cose potevano andare diversamente, ma spesso il destino ha voltato le spalle a una giocatrice arrivata molte volte a un passo dalla gloria ma che spesso le ha chiuso la porta in faccia proprio all’ultimo istante.  “Con una Pollard in queste condizioni – ammise coach Zappi al termine di quella sfortunata gara-3 “non potevamo sperare di battere la Gemeaz nonostante la grande prova di volontà di tutta la squadra. Il fatto di non poter contare sul fulcro della nostra manovra offensiva ci ha penalizzato oltremodo. Tanya ha risentito più del previsto dell’infortunio subito nel finale di gara-2 tanto che in questi due giorni si è imbottita di punture antidolorifiche. Ne ha richiesta una al nostro massaggiatore Bibo Magistrelli anche prima di scendere in campo perchè il dolore era tanto. La devo proprio ringraziare di cuore perchè è scesa in campo dando dimostrazione di grande professionalità. Ci ha provato ma purtroppo il ginocchio malandato non le ha permesso di effettuare tiri in sospensione in condizioni normali e quindi le sue parabole ne hanno risentito e i tiri ogni volta battevano sul ferro e uscivano beffardamente.“. Pollard in quella partita chiuderà con 13 punti e 4/23 al tiro. La stagione 89/90 è l’ultima del ciclo di coach Gianni Zappi ad Ancona, Tanya Pollard sarà nuovamente il capocannoniere del campionato (replicando lo stesso risultato ottenuto nell’85 e ’89) ma la squadra non saprà mantenersi al livello dell’anno prima. Decima in regular season e fuori dai playoff.
Il Presidente dell’Ancona Basket dell’epoca, Italo Tarsetti, affermò senza mezzi termini: “ Com’era Tanya? In tanti anni, mai visto una giocatrice che sapeva quando e come vincere le partite…una macchina da canestri che nessuno sapeva come fermare”. Elisabetta Paladini, icona del basket femminile dorico, è stata una delle prime compagne di squadre di Pollard “Appena arrivata ad Ancona mi è stata praticamente affidata per una settimana con il fatto che masticavo un po’ l’inglese. Ricordo che era una ragazza molto pigra ma poi quando era in campo diventava la perfezione. Mai vista una giocatrice con quel talento. Era una ragazza molto buona e quando dovette rinunciare a giocare perché scoprì di essere in dolce attesa fu per lei un dispiacere grandissimo seppur contenta ovviamente per il lieto evento. Ritornò verso aprile per la parte finale del campionato. Praticamente dopo 3 mesi dal parto era già in campo. Disputò appena una partita e fu di nuovo determinante. Davvero incredibile.”
Tanya Pollard lascia Ancona dopo tre stagioni ma rimane in Italia, al Basket Puglia Bari dove gioca anche l’ex biancorossa Monica Bastiani. Sesto posto finale per la squadra del coach pesarese Marco Marchionetti precedendo in classifica proprio la Sidis che è fuori dai playoff (10°posto in regular season). Al primo turno dei playoff c’è l’Estel Vicenza con vittoria in due partite delle baresi. Per Pollard è di nuovo semifinale scudetto e stavolta dall’altra parte c’è la Comense dell’ex compagna di squadra Passaro e di Valerie Still. Le lombarde di Guido Cantalamesse vincono la serie in due partite, preludio per la conquista dello scudetto alle spese del Cesena di Catarina Pollini che è la rivincita della finale scudetto della stagione precedente. Sarà quello l’epilogo dell’avventura italiana di Tanya Pollard che lascerà il segno con i suoi 7092 punti, tre titoli di miglior marcatrice e uno come miglior rimbalzista (nell’ultimo anno a Bari). Oggi Pollard è nella Hall of Fame, ha tre figli (dopo Chiara sono arrivati Erica e Kevin), cinque nipoti e vive a Montgomery nel Texas dove allena i bambini insegnando loro quello per cui si è fatta conoscere nel mondo e che gli è valsa l’etichetta di  “giocatrice straniera più forte che abbia mai calcato i parquet italiani di basket”.